L’arte dell’improvvisazione e dell’esibizione solistica è costituita da un numero enorme di sfaccettature che si intrecciano tra loro e che devono essere ben coordinate per il successo dell’assolo. Tuttavia, i solisti inesperti cadono spesso nelle stesse trappole, da un lato per mancanza di pratica, dall’altro perché i nervi possono avere la meglio quando si è al centro dell’attenzione del pubblico. Vediamo, quindi, quali sono i dieci errori più comuni negli assoli di chitarra.

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Gli errori più comuni negli assoli di chitarra

A quel punto non si ha la calma e la “visione esteriore” di cui si ha bisogno per mettersi nella situazione dell’ascoltatore, al quale si vuole raccontare una storia con l’assolo e portarlo in un viaggio, per quanto romantico possa sembrare. Vorrei raccontarvi, in base alla mia esperienza, quali sono gli errori più comuni quando si suonano gli assoli di chitarra e come potete evitarli:

1. Troppe poche pause

Come chitarrista, si tende a far scorrere le mani e suonare lick e scale interminabili e ininterrotte che nessuno del pubblico riesce a seguire. I fiati e i cantanti devono respirare, ma i chitarristi possono “blaterare” senza punti o virgole.

Questo ci porta all’analogia con il linguaggio: pensate alla vostra improvvisazione come a una conversazione o a un libro: una breve frase solista è un’affermazione e ci sono frasi, paragrafi e capitoli. Prendete dei motivi brevi seguiti da pause, questo porterà la calma nell’assolo fin dall’inizio e vi aiuterà anche a trovare una buona direzione.

2. Materiale sonoro insufficiente

La scala scelta per l’improvvisazione può essere completamente sbagliata anche se ci si trova nella tonalità giusta; c’è il rischio di scegliere materiale tonale semplicemente inappropriato dal punto di vista stilistico. Questo errore si verifica spesso quando un giovane chitarrista ha imparato una nuova scala, come le scale modali, la minore armonica, la minore melodica o la scala semitono-tono. Si vuole suonare in modo particolarmente impegnativo e stravagante o dimostrare che si può anche applicare bene ciò che si è appreso, spesso senza considerare se anche il brano lo richiede. Staccatevi dal complesso che tutto debba sempre essere particolarmente figo o che la scala pentatonica sia una “scala per principianti”. Analizzate e ascoltate attentamente il brano e prendete una decisione musicale di buon gusto – e non perché volete impressionare e mettervi in mostra con le vostre nuove conoscenze, perché di solito va male.

3. Bending stonati

I bending costituiscono una caratteristica molto personale di ogni chitarrista, ognuno li esegue in modo diverso e naturalmente suonano in modo diverso. Un prerequisito importante è che l’intonazione sia corretta, in quanto i bending troppo lunghi di solito suonano un po’ più stonati. Purtroppo, in una situazione di performance live, a causa della maggiore tensione muscolare, si tende a imprimere troppa forza sulle corde e a superare l’obiettivo. Cercate di mantenere la calma e di concentrarvi su bending puliti.

4. Ritmo e fraseggio noiosi

Molto spesso si pensa a lick “appariscenti”, ma si trascura il fraseggio.

Di conseguenza, si finisce per avere lick con una ritmica simile o per iniziarli sempre su note simili. I bravi improvvisatori si caratterizzano anche per la flessibilità ritmica e possono iniziare ogni linea su ogni battuta.

Analizzate i vostri assoli per vedere se suonate schemi simili o se iniziate sempre tutto sull'”1″. Se questo è il caso, prendete i vostri lick preferiti e suonateli una volta su ogni beat.

5. Lunghezza dell’assolo inappropriata

Un assolo consiste nel raccontare qualcosa perché “si ha qualcosa da dire”.

Spesso, però, i neofiti non riescono a trovare un finale e improvvisano oltre il punto in cui tutto suona ancora fresco e interessante. Questo diventa un’esperienza poco piacevole sia per la band che per l’ascoltatore e si ha la sensazione che qualcuno non arrivi davvero al punto.

Il mio consiglio: non abbiate paura degli assoli brevi! Anche nel jazz ci sono solisti che rinunciano dopo il secondo giro di blues perché hanno fatto la loro figura. E chi lo sa, magari il prossimo pezzo su cui farete l’assolo quella sera sarà più ispirato? Vale anche qui l’analogia con il discorso: se non avete più nulla da dire, dovreste semplicemente tacere.

6. Mancanza di un tema

In questo caso il tema è la concezione dell’assolo, e questo ovviamente solleva il problema della lunghezza dell’assolo. Chi è alle prime armi tende a suonare tutto a un livello energetico costante, e questo può diventare estremamente stancante per tutti.

Se avete tempo per sviluppare un assolo, considerate un crescendo che coinvolga l’ascoltatore. Iniziate lentamente con frasi brevi e crescete. Cercate di pensare a coppie di antagonisti: lento – veloce; basso – alto; poco – molto; sensibile – aggressivo; frasi brevi – frasi lunghe; materiale tonale semplice – materiale tonale strambo; ecc.

Tutto questo può essere utilizzato per la narrazione, se la situazione lo consente! Naturalmente, è possibile che abbiate a disposizione solo otto battute. E ci sono molti esempi di assoli che suonano in modo fantastico senza avere una struttura riconoscibile, il che di solito funziona solo se la qualità delle linee è giusta, come ad esempio fa il grande Pat Metheny. In ogni caso, è importante per voi creare una sensibilità per la melodia e il contenuto!

7. Troppi effetti

Conoscete il problema: è arrivato il nuovo pedale e deve essere usato in ogni assolo! “Aggiungete un po’ di riverbero e di delay e tutto suonerà molto meglio!”.

Non è così. Troppi effetti spesso portano ad un suono impastato e ad una mancanza di mordente nella struttura della band. Inoltre, le orecchie dell’ascoltatore si stancano più rapidamente se si usa sempre lo stesso effetto.

Il mio consiglio: usate gli effetti con parsimonia e, per il suono grosso della parte lead, non andate oltre un paio di effetti.

8. Volume sbagliato

Un problema comune è che non ci si accorga se qualcuno sta facendo un assolo o che l’assolo sia così forte da risultare assordante e fastidioso.

Scegliete un incremento di volume moderato di circa 3 dB per il vostro assolo (boost [Linkare 110] standard per gli assoli), e sarete in una fascia ragionevole rispetto al resto della band.

9. Timing sbagliato

Spesso, nella foga del momento, si perde completamente il senso del tempo. Si tende a suonare troppo in anticipo perché si è agitati e il battito è accelerato. Il mio consiglio contro la “perdita di tempo” causata dal nervosismo è quello di concentrarsi sulla respirazione poco prima di iniziare un assolo e nelle prime note. Fate un respiro profondo e cercate di respirare con calma. Spesso c’è un effetto di feedback sulla vostra calma interiore e potete evitare che i “ronzii” si impadroniscano di voi.

Cercate di rendervi conto che avete tutto il tempo del mondo e che può essere bello non suonare per due battute all’inizio di un assolo!

10. Vibrato scadente

Anche questo problema è spesso causato dal nervosismo e può essere ricondotto a un’eccessiva tensione muscolare e a una generale tensione interiore. In questo caso, un vibrato ben ponderato si trasforma in un tremolio scoordinato, come se aveste preso una scossa elettrica. Se notate che questo accade, decidete di non iniziare automaticamente a vibrare, ma di lasciare la nota per un po’ e poi iniziare lentamente a vibrare. Non sentitevi obbligati a mettere sempre il vibrato sulle note e ascoltate qualche assolo di Dann Huff, che in alcuni punti fa addirittura a meno del vibrato.

Il vibrato è un ornamento, non un obbligo!

Spero di avervi dato qualche piccolo consiglio, perché ognuno di questi problemi può essere risolto e riconoscerli è sicuramente il primo passo importante.

Dunque buona fortuna!

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Emanuele Pellegrino