Cosa significa vedere Billy Idol dei Generation X da adolescente e poi suonare al suo fianco in un tour mondiale? Come si passa dal tunnel dell’eroina, al successo globale come chitarrista? Cosa provava davvero Ozzy Osbourne quando prendeva acidi prima di un concerto e mordeva la testa di un pipistrello? Il chitarrista britannico Billy Morrison conosce le risposte e, in occasione dell’uscita del suo nuovo album solista, The Morrison Project, è felice di alzarsi alle 5.30 del mattino, nella sua casa di Los Angeles per parlare con Planet Guitar e condividere queste storie incredibili.
In effetti, questa potrebbe essere una delle interviste più impetuose e allo stesso tempo profonde di Planet Guitar, perché la finezza di Billy Morrison e il suo lavoro con le associazioni di beneficenza per la salute mentale gli permettono di combinare, perfettamente, il divertimento e il gioco con potenti intuizioni umane….
Planet Guitar: Come sono nati i brani per il tuo ultimo album?
Billy Morrison: Abbiamo vissuto una pandemia globale e ho un meraviglioso studio a casa, quindi stavo mettendo insieme beat hip-hop e sample di chitarra EDM [Electronic Dance Music] senza concludere nulla. Poco dopo, Sharon Osbourne mi ha chiamato e mi ha detto, “Senti, c’è un brano che hai scritto con Ozzy e Steve Stevens, chiamato Crack Cocaine. Pensiamo che dovresti pubblicarlo!” Così, ho riesaminato le mie idee musicali, le ho inviate ad amici e, incredibilmente, mi sono trovato con 12 canzoni…
PG: Il primo singolo, Drowning, ha un video di accompagnamento piuttosto inquietante: offrirai una terapia a chi lo guarda?
BM: [ride] Credo che le uniche persone che lo guarderanno saranno quelle già in terapia! A un certo punto dovevo trovare tre enormi scarafaggi, che, tra l’altro, si possono affittare a Los Angeles…
PG: Davvero?!
BM: Sì, è vero! [ride] Scherzi a parte dopo i disordini, una pandemia globale, il crollo finanziario, la guerra, tutti noi avevamo un senso di “malattia”, una sfiducia nell’informazione e un po’ di paura. Eravamo tutti seduti lì, chiusi in casa da soli. Mi sentivo come se stessi annegando…
PG: Senti di aver affrontato meglio la situazione dopo che hai scritto la canzone?
BM: Sì. La musica e l’arte sono entrambe molto catartiche per me, e se riesco a far uscire una canzone o un dipinto, posso … lasciarmi andare. Lasciarsi andare è una forma d’arte, e “andare avanti” è un muscolo che dobbiamo esercitare…
PG: So che andavi a vedere i Generation X quando eri ragazzo, quando suoni con Billy e Steve ora hai nostalgia di quelle prime canzoni?
BM: Facciamo una canzone dei Generation X in ogni tour, e Billy me ne lascia sempre scegliere una, quindi ora facciamo Night of the Cadillacs. Ovviamente c’è un senso di nostalgia. Li ho visti suonarla e ora sono io quello sul palco che dice la band “il pezzo fa così…” È un’esperienza fantastica!
PG: Ritornando indietro, hai parlato apertamente del tuo abuso di droghe a partire dai 14 anni; che bisogno c’era di qualcosa di così forte a quell’età?
BM: Prima pensavo di aver avuto un’infanzia “relativamente stabile“, ma la mia idea è cambiata quando ho scavato più a fondo, imparato di più e fatto più terapia. Quindi, ora lo attribuisco al fatto che non conoscevo un modo sano di essere ascoltato. Ho visto i Sex Pistols allo show di Bill Grundy illuminare un’intera nazione con una parolaccia di quattro lettere e ho pensato: “È così che si viene ascoltati“. Non avevo capito che è un errore idolatrare gli eroinomani che sono morti a 21 anni. Pensavo solo: “Devo essere magro, avere i capelli a spazzola e fare un po’ di casino“. E da lì è iniziato il viaggio…
PG: Dopo “15 anni perduti” ti sei ritrovato rannicchiato dietro un bidone della spazzatura a Kings Cross a iniettarti eroina nelle vene, quando all’improvviso qualcosa è cambiato: la chiameresti “epifania”?
BM: Si può descrivere in molti modi. Ho capito chiaramente che la fantasia che avevo sulla mia morte, di avere un funerale da gangster negli anni Sessanta, attraverso l’East End, con cavalli neri e strade piene di gente, non si sarebbe avverata, che sarei morto e che a pochissime persone sarebbe importato. E io non volevo andarmene in quel modo…
PG: La questione della droga e della musica è complessa perché da un lato, è ovviamente “sconsigliabile” assumerle, ma dall’altro si potrebbe dire che hanno aiutato Keith Richards, per esempio, a produrre alcuni dei brani musicali più grandi di sempre…
BM: Sai, essere un eroinomane nel 1971 non è lo stesso del 2024, dato che l’eroina non era mischiata al fentanil. La gente non moriva per strada o non andava in giro con i machete a fare a pezzi i corpi. Era un’epoca diversa.
Faccio l’esempio di Ozzy – quando l’album 13 dei Black Sabbath fu un successo, mi disse: “È davvero strano come questo sia il mio primo album numero uno al mondo, ed è il primo che ho fatto senza essere completamente sballato.” Quindi, si può guardare Hendrix e dire: “il modo in cui suonava era dovuto al suo uso di LSD“, o altro; forse sì, chi lo sa? Ma posso anche dirvi che gli Aerosmith e Ozzy e molte altre band di oggi vi diranno che è molto meglio essere puliti.
PG: È solo che ho visto il tuo show con Ozzy, in cui gli hai chiesto di prendere l’LSD prima di un concerto, per esempio, e non ho potuto fare a meno di divertirmi…
BM: Beh, certo. E c’è un motivo se il mondo dello spettacolo si chiama così. La vita si svolge su diversi livelli e, a livello superficiale, chiedere all’uomo che ha staccato a morsi la testa di un pipistrello se ha mai fatto un concerto sotto l’effetto di acidi è piuttosto divertente. Credo che se si scenda a un livello più umano con Ozzy, si scoprirà che odia parlare del fatto che ha morso un pipistrello e probabilmente non ricorda molto dei concerti sotto l’effetto di acidi. Le persone che non fanno quella vita, amano sentire queste storie assurde di televisori che cadono dalla finestra dell’hotel. “Ho gettato un televisore dalla finestra”, è ridicolo, tutto ciò che ottieni è una fattura da pagare! I tempi sono cambiati. Non credo che le case discografiche e i lavoratori dello spettacolo vogliano avere a che fare con persone che non riescono ad alzarsi dal letto prima delle quattro del pomeriggio senza un grammo di coca. Non c’è più tempo oramai. Dobbiamo avere un’etica del lavoro, che è quella che ho io.
PG: A proposito di duro lavoro, oltre alla musica, tu hai anche una carriera artistica di successo…
BM: Il mio interesse risale ai tempi dei Velvet Underground e Andy Warhol. Non credo che sia qualcosa di innovativo, ma è come la mia musica: sono io, e questo è tutto ciò che puoi essere quando sei creativo…
PG: Musicisti come Kim Gordon dei Sonic Youth, Syd Barrett e Chrissie Hynde hanno detto di sentirsi prima pittori e poi chitarristi: è così anche per te?
BM: Non è il mio caso, ma posso vedere la correlazione tra l’essere un pittore ed il creare una canzone: metti gli strati uno alla volta e uno di questi è molto nero, quindi devi spargere un po’ di polvere di fata dorata lì sopra, o cose del genere…
PG: Quando sei in tour, ho letto che dipingi nelle tue stanze d’albergo…
BM: [ride] Sì! Quando suono tutti i giorni e c’è molto rumore, la pace e la tranquillità della pittura per me è una bella contrapposizione al casino, ma mi aiuta a tenere a bada comunque quei demoni, che sono la ragione per cui le ho create all’inizio.
PG: Ho saputo che una volta ti sei divertito a dipingere all’Hotel Oriental di Praga: posso chiederti qualcosa a riguardo?
BM: Oh, mio Dio! [ride] Non ho idea di cosa tu stia parlando. Mi appello al quinto emendamento, non lo so…
PG: … dai, è liberatorio…
BM: Sì. È anche molto costoso se devi pagare i conti, quindi non ho idea di cosa stai parlando! Non sono mai stato a Praga, amico! [entrambi ridono].
L’intervista si conclude con Planet Guitar che ricorda che, oltre a essere un musicista e un artista, Morrison è anche un conduttore radiofonico, uno scrittore e un attore. Quando gli chiedo cosa ci riserverà il resto del 2024, mi spiega che sarà in tour con Billy Idol, che continuerà i suoi due show con Sirius XM Radio, che ha in programma diversi progetti artistici importanti e che sono in uscita altri tre singoli e video…
“L’unica cosa che non è ancora pronta è un ruolo in un film“, dice. “Quindi, se stai guardando questo video, contattami e lo aggiungeremo al 2024!”. [Entrambi ridono].
The Morrison Project uscirà il 19 aprile 2024, mentre il 21 Marzo, è uscito il secondo singolo di Billy Morrison dal nuovo album The Morrison Project: Crack Cocaine.
Nel singolo troviamo Billy Morrison, Steve Stevens alla chitarra e Ozzy Osbourne alla voce.
Il brano parla di un ragazzo che ama la sua ragazza e che si sente un po’ come essere dipendente da Crack Cocaine. La metafora con la droga è infatti utilizzata per spiegare come l’amore può essere avvertito come dipendenza. Buon ascolto!
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