Con oltre 120 milioni di dischi venduti assieme ai Dire Straits e un’importante carriera solista alle spalle, Mark Knopfler rientra inevitabilmente nella lista di chitarristi più influenti e leggendari della storia del rock. Quando la passione sconfinata ed il profondo amore per la sei corde si fonde con un successo di tale portata, il risultato non può che essere una collezione di chitarre a dir poco invidiabile. In questo articolo ci soffermeremo assieme sulle chitarre più iconiche utilizzate da Mark e parleremo della storia e del meraviglioso rapporto con Rudy Pensa; il tutto con un particolare riguardo alla preziosissima Pensa-Suhr Custom.

Mark Knopfler sul palco con la sua Pensa-Suhr Custom durante il leggendario concerto tributo a Nelson Mandela. Wembley Stadium, Londra, 1988. ©: Ilpo Musto / Alamy Stock Photo

Il 12 agosto del 1949 nasceva a Glasgow (Scozia) Mark Freuder Knopfler, noto semplicemente come Mark Knopfler. Chitarrista, cantautore e compositore, è considerato come uno dei più grandi ed influenti guitar hero della storia. Il suo forte interesse per la musica fu alimentato fin dalla tenera età grazie allo zio, un abile pianista boogie woogie. A seguito di alcune prime lezioni di violino, l’attenzione del giovane però si spostò ben presto sulla chitarra elettrica dopo aver visto Hank Marvin degli Shadows con una Fender Stratocaster rossa.

Fu così che il padre gli regalò nel lontano 1964 una Höfner V2 di cui parleremo a breve. Mark imparò a suonare lo strumento da autodidatta ispirandosi non solo a chitarristi country e rock ‘n’ roll come Chet Atkins, Elvis Presley, Scotty Moore, gli Everly Brothers e Ricky Nelson ma anche a chitarristi blues tradizionali come Lonnie Johnson, Blind Willie McTell e B.B. King. Nonostante il grande amore per lo strumento, dovettero passare diversi anni finché Mark riuscì a fare della musica la propria professione a tempo pieno. La gioventù fu trascorsa tra corsi di giornalismo e progetti che si rivelarono fallimentari come un duo folk locale e una compagnia di teatro sperimentale. Il giovane Mark si adeguò anche a lavori più umili presso un’azienda agricola oppure come insegnante di letteratura per ragazzi con problemi nell’apprendimento. 

Il successo per Mark arrivò poi nel 1977 con i Dire Straits di cui fu frontman nonché autore e arrangiatore di tutti i brani. Nonostante un’epoca ed un periodo in cui il punk e la musica disco furono i generi più apprezzati ed in voga, i Dire Straits riuscirono in breve tempo a contraddistinguersi e ottenere un riscontro positivo dal pubblico grazie al loro unico stile. Il suono pulito e cristallino della chitarra di Knopfler, caratterizzato per un tocco e attacco distintivo, ha fatto da padrone fin da subito gli album dei Dire Straits assieme alla sua tecnica fingerstyle unica d’ispirazione bluegrass.

Partendo dal primo album intitolato semplicemente Dire Straits, ne sono un perfetto esempio, nonché capolavori, brani come Sultans of Swing, Down to the Waterline, Water of Love e Six Blade Knife per poi passare a brani come News e Lady Writer del secondo album Communiqué fino al leggendario assolo di Tunnel of Love, presente come prima traccia d’apertura nel terzo album intitolato Making Movies. 

Con gli anni e con l’uscita di nuovi album, lavori e collaborazioni, Mark dimostrò di essere più di un chitarrista estremamente abile e talentuoso. Il suo contributo al mondo del cinema tramite la composizione di diverse colonne sonore assieme alle sue innumerevoli collaborazioni con artisti di fama mondiale fecero di Knopfler un musicista completo a tutto tondo. A contribuire a ciò è stata anche la sua significativa maturità compositiva di brani contraddistinti da estesi passaggi strumentali con testi anticapitalistici, antimilitaristici o spesso caratterizzati da una forte impronta narrativa. Tra le diverse collaborazioni, è importante citarne alcune con artisti come: Bob Dylan, Tina Turner, Sting, Eric Clapton, Chet Atkins e James Taylor. 

Le chitarre più famose utilizzate da Mark Knopfler

1963 Höfner V-2 Super Solid: la prima chitarra doveva essere rigorosamente rossa

Dopo aver visto nel 1964 Hank Marvin degli Shadows con la sua iconica Fender Stratocaster rossa, Mark ne desiderò una identica a tutti costi. Poiché la sua famiglia non poteva permettersi una spesa simile, il padre decise di acquistargli come prima chitarra una Höfner V-2 Super Solid rossa per 50 sterline, che ricordava le sembianze di una Stratocaster. E visto che la famiglia non riusciva a comprargli anche un amplificatore, Mark utilizzò la radio di casa fino a bruciarne le valvole. Nonostante la qualità relativamente bassa dello strumento, Mark se ne prese tanta cura per tantissimi anni e vi instaurò un particolare legame affettivo. La chitarra è stata recentemente battuta all’asta da Christie’s per più di 47.000 sterline.

1961 Fender Stratocaster: la chitarra di Sultans of Swing

Indubbiamente questa è una delle chitarre più iconiche e amate da Mark in assoluto. Non a caso, ha deciso di non metterla in vendita nella recente asta organizzata da Christie’s. Il chitarrista scozzese acquistò questo strumento prima dell’uscita del primo album con i Dire Straits e quando ne entrò in possesso, la vernice originale venne già rimossa del tutto dal precedente proprietario.

Mark colse la palla al balzo e fece riverniciare la chitarra dall’amico Steve Philips di un colore che oggi definiremmo come un “Hot Rod Red”. Un rosso leggermente più vivo e scuro rispetto al tradizionale custom color “Fiesta Red” utilizzato da Hank Marvin e dai cataloghi Fender. Mark utilizzò esclusivamente questa chitarra per l’intera registrazione del primo album dei Dire Straits e per alcuni tour successivi. Nel 1978 il chitarrista installò un DiMarzio FS-1 al manico e sostituì la manopola del volume con una di colore nero. Tuttavia, non passò molto tempo finché il pickup e la manopola originali furono entrambi ripristinati. Infine, durante la seconda metà degli anni ’80, Mark decise di riverniciare nuovamente il body della chitarra in quanto la vernice iniziò a creparsi significativamente.

Fender 61 Strat RW HRR NOS

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1983 Gibson Les Paul ’59 Reissue: la voce di Money for Nothing e Brothers in Arms

Mark acquistò questa chitarra all’inizio degli anni ’80 da Rudy’s a New York e la utilizzò per registrare due dei brani più geniali ed intramontabili di tutta la discografia dei Dire Straits. Le canzoni in questione sono Money for Nothing e Brothers in Arms. Il numero seriale di questa chitarra è #9 0006 e considerando che la prima cifra del seriale indica semplicemente l’anno a cui si rifà la reissue (9 sta per 59), questo esemplare è quasi sicuramente una della prime ‘59 Les Paul Flametop reissues costruite nel 1983 alla fine della cosiddetta “Norlin Era” di Gibson.

L’unica modifica che Mark apportò allo strumento fu l’aggiunta di un push pull sul potenziometro del tono del pickup al ponte al fine di ottenere un suono out-of-phase come quello di Peter Green. Il lavoro lo eseguì Ron Eve poco prima della registrazione dell’ultimo album dei Dire Straits, On Every Street. Mark utilizzò questa Les Paul sul palco dello storico e leggendario concerto Live Aid al Wembley Stadium il 13 luglio 1985 insieme a Sting. La chitarra è stata recentemente battuta all’asta da Christie’s per quasi 600.000 sterline.

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1958 Gibson Les Paul Standard: la chitarra dal ricorrente bacio 

Se c’è una Les Paul a cui Mark Knopfler è affezionato di più in assoluto, questa è indubbiamente quella! Acquistata nel 1995, questa burst con numero seriale 8 6811 è uno dei circa 1700 esemplari stimati prodotti da Gibson tra il 1958 ed il 1960. Per via delle sue incredibili proprietà sonore, la chitarra sostituì fin da subito la sua Reissue del 1983 di cui abbiamo parlato.

Questa è la sua favorita in quanto il chitarrista predilige un profilo del manico più bombato ed importante, tipico della maggior parte delle ’58. Una prassi scherzosa e frequente per Mark è di darle un bacio quando la prende in mano per esprimere il legame con lo strumento. La chitarra è stata utilizzata durante le date del Golden heart tour del 1996 e durante la registrazione degli album Sailing to Philadelphia, Shangri-La, Kill to Get Crimson, Get lucky e Privateering.

È importante ricordare che tra i diversi live, Mark utilizzò questa chitarra anche con Eric Clapton durante la performance Unplugged di Layla alla Royal Albert Hall nel settembre del 1997 e nel 2009 sempre a Londra per la performance di Brothers In Arms durante il concerto “An Evening With Mark Knopfler”. Anche questa chitarra come la sua Stratocaster del 1961 non è stata messa in vendita tramite la recente asta organizzata da Christie’s 

Gibson Les Paul 58 WC ULA

Gibson Les Paul 58 WC ULA

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1937 National Style “O”: la chitarra di Romeo per la serenata a Juliet

I primi due versi dell’assoluto capolavoro Romeo And Juliet dei Dire Straits recitano:

“A lovestruck Romeo sang the streets a serenade

Laying everybody low with a love song that he made”

Dopo aver ascoltato questa canzone centinaia di volte, siamo tutti certi che se Romeo avesse potuto scegliere una chitarra per accompagnarsi durante quella famosa serenata, nulla avrebbe fatto di più al caso suo se non una resofonica National Style “O” con un capotasto posizionato sul terzo tasto.

Mark acquistò questa chitarra con numero seriale B1844 nel 1978 da Steve Phillips, che riverniciò nello stesso anno anche la famosa Stratocaster del 1961 di cui abbiamo precedentemente parlato. I due s’incontrarono per la prima volta nel 1969 quando Mark lavorava ancora come giornalista per il Yorkshire Evening Post. Successivamente, i due divennero grandi amici e iniziarono a suonare assieme in pub locali sotto il nome d’arte “The Duolian String Pickers“.

La chitarra è nota soprattutto per essere apparsa sulla copertina dell’album Brothers in Arms dei Dire Straits del 1982. Oltre alle innumerevoli apparizioni sul palco, Mark utilizzò questa chitarra per la registrazione in studio del brano Telegraph Road dell’album Love over Gold del 1982 e per Romeo and Juliet dell’album Making Movies del 1980. Come ben visibile dalla copertina dell’album Brothers In Arms, l’unica modifica che Mark ha apportato a questo strumento è l’aggiunta di un sistema d’amplificazione L.R. Baggs transducer. Anche questa chitarra rientra tra quelle non messe all’asta da Christie’s. 

National Reso-Phonic Style O

National Reso-Phonic Style O

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1988 Pensa-Suhr Custom: il perfetto connubio tra Les Paul e Stratocaster 

È il lontano 1987 e sono ormai passati un paio d’anni da quando Mark mise piede per la prima volta nel negozio di Rudy per acquistare la sua Gibson Les Paul ’59 Reissue e la sua Schecter Dream Machine. I due, accomunati da uno sconfinato amore per la chitarra, instaurarono fin da subito un forte legame d’amicizia che si protrae ancora al giorno d’oggi. 

La vetrina del negozio di Rudy situato sulla quarantottesima strada a Soho, New York ©: Patti McConville / Alamy Stock Photo

Ormai è anche trascorso un po’ di tempo da quando Mark cerca uno strumento che rappresenti il perfetto connubio tra la Stratocaster e la Les Paul. La fiducia e la professionalità che Rudy riusciva a trasmettere a Mark era tanta. Inoltre, il chitarrista aveva anche sentito parlare di un abile liutaio di nome John Suhr addetto alle riparazioni nel negozio di Rudy. Il gioco era fatto, le carte per costruire lo strumento tanto desiderato erano tutte in tavola. S’incontrarono in un piccolo coffee shop chiamato “Prince’s”, a pochi passi dal negozio di Rudy sulla quarantottesima strada a Soho nel cuore di New York. Si dice che i due si accordarono velocemente sui dettagli e disegnarono il primo schizzo su un tovagliolo che trovarono lì sul tavolo. Mark ricorda così l’incontro:

“Ho iniziato a parlare con Rudy della necessità di una chitarra che riducesse i cambi di chitarra: una chitarra che potesse avere sia il suono dolce del single coil che quello più esplosivo dell’humbucker, con la possibilità di passare dall’uno all’altro. Era un tentativo di ottenere il meglio di entrambi i mondi. Mi piaceva la forma della Strat, ma spiegai a Rudy che volevo che avesse la qualità di una Les Paul – in altre parole, che avesse un top intagliato, piuttosto che lo slab top di una Strato, e una combinazione di acero e mogano che si ottiene su una Les Paul, in modo da avere l’interazione di questi due materiali. Era davvero una chitarra che aveva tutte le cose migliori di una Strato e le cose migliori di una Les Paul”.

Nel 1988, John Suhr completò la chitarra. Per i legni utilizzò un body in mogano per il corpo, un pezzo unico d’acero occhiolinato intagliato a mano per il top e il palissandro brasiliano per la tastiera. La chitarra era equipaggiata con un EMG 81 al ponte e due EMG SA nella posizione centrale e al manico. L’elettronica era controllata da due manopole: una dedicata al tradizionale volume, l’altra era dotata di un push pull EMG SPC che lavorava come gain boost. Le meccaniche erano delle Sperzel ed il tremolo installato era un Floyd Rose.

La Pensa-Suhr Custom di Mark Knopfler da Christie’s prima di essere battuta all’asta per 504.000 sterline. ©:  Malcolm Park/Alamy Live News

In realtà, il futuro liutaio del Fender Custom Shop non iniziò a costruire questa chitarra per Mark da zero. Aveva bensì la maggior parte dei componenti già pronti, tra cui alcuni prototipi in ontano del famoso carved top della chitarra. John modificò dunque alcuni progetti e finì di mettere assieme alcuni componenti su cui stava già lavorando prima dell’incontro tra Rudy e Mark. Nonostante ciò, la realizzazione della chitarra fu comunque una sfida assai ardua anche per l’abile liutaio. Ebbe meno di una settimana di tempo per completarla e dipingerla in vista di un importantissimo concerto a Londra.

Inizialmente, il progetto prevedeva una vernice alla nitro, ma John ricorda ancora oggi come fosse terrorizzato dall’idea che la nitro fresca avrebbe potuto appiccicarsi tutta con l’interno della custodia durante il viaggio per via del poco tempo a disposizione. Alla fine, decise di applicare sul body uno strato spesso di vernice poliuretanica per salvaguardare lo strumento a discapito delle proprietà tonali dello strumento.

Fortunatamente la chitarra arrivò sana e salva giusto in tempo per il mega Concerto tributo per i 70 anni di Nelson Mandela tenutosi l’11 giugno del 1988 al Wembley Stadium di Londra. A questo punto possiamo dire davvero che il resto è storia! Il concerto vide la partecipazione di innumerevoli artisti di fama mondiale per una durata totale di undici ore. 

La nuova Pensa-Suhr Custom venne immortalata in diretta televisiva per un’audience globale di 600 milioni di persone durante la leggendaria performance di Brothers In Arms. L’immenso suono della Pensa assieme al testo antimilitarista del brano rappresentarono un grande grido ed una vera e propria scossa contro il sistema politico-sociale dell’Apartheid presente all’epoca in Sudafrica. 

Suhr Standard Legacy TC

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Lorenzo Alexiu
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