Ogni anno, dal 1901, il mondo della musica si raduna nella vibrante città di Anaheim, in California, per celebrare la creatività, l’innovazione e la passione che anima l’industria musicale globale. Il NAMM Show, acronimo di National Association of Music Merchants, è più di una semplice fiera commerciale: è un’esperienza sensoriale che coinvolge i visitatori in un viaggio attraverso il panorama musicale contemporaneo. Planet Guitar non poteva mancare a questo appuntamento e quindi eccomi a raccontarvi la mia esperienza in veste di inviato!

Per chi, come me, ha vissuto i Namm pre-Covid questa edizione ha indubbiamente rappresentato un piacevole ritorno alla normalità, con un rinnovato slancio di proiezione verso il futuro. Un sentimento che ha sempre accompagnato tutte le edizioni, eccezion fatta per quelle “ridotte” causa pandemia globale. Speriamo che il NAMM 2025 prosegua su questa scia!  

Planet Guitar al NAMM Show 2024

Già dall’ingresso, i sensi vengono catturati da un’atmosfera pulsante. Il suono di chitarre elettriche, batterie, tastiere e sintetizzatori si mescola in un vortice sonoro che riempie l’aria di energia e anticipazione. Ogni corridoio, ogni angolo del centro congressi di Anaheim, diventa un palcoscenico per la creatività e l’innovazione.

Gli espositori, provenienti da tutto il mondo, presentano le loro ultime creazioni: strumenti musicali, attrezzature audio, tecnologie di registrazione e accessori innovativi. È un’occasione unica per musicisti professionisti, appassionati e curiosi di scoprire le ultime tendenze e di sperimentare le nuove frontiere del suono.

Mentre ci si addentra nei labirintici corridoi della fiera, ci si imbatte in artisti di fama internazionale che si esibiscono sui palchi sparsi per l’area espositiva o semplicemente passeggiano curiosi come normali avventori. Abbiamo incontrato Mateus Asato, Andy Timmons, Matteo Mancuso, Tom Quayle e incrociato tante altre super star come Stevie Wonder, Leland Sklar e Matt Sorum. Se ci avete seguito sui social, su Facebook, Instagram e YouTube avrete visto che abbiamo cercato di fare 2 chiacchiere con questi e molti altri. Se non lo avete fatto… cosa aspettate? 

You are currently viewing a placeholder content from Default. To access the actual content, click the button below. Please note that doing so will share data with third-party providers.

More Information

Le performance dal vivo aggiungono una dimensione emozionale all’esperienza, trasportando il pubblico in un viaggio musicale che abbraccia generi e stili diversi. Ogni booth cerca di differenziarsi ed attrarre più persone possibili. Siamo rimasti colpiti dall’originalità di Cream Guitars, brand messicano che si è fatto notare per la sua eccentricità. Celestion, il celebre marchio britannico di coni, ha portato un vero e proprio bus inglese con i cartonati dei suoi più illustri endorser, Eric Clapton, Jimmy Page, Slash e Brian May come passeggeri e Jimi Hendrix alla guida!

Stai visualizzando un contenuto segnaposto da Youtube. Per accedere al contenuto effettivo, clicca sul pulsante sottostante. Si prega di notare che in questo modo si condividono i dati con provider di terze parti.

Ulteriori informazioni

Eppure, al di là delle luci accecanti e del clamore degli stand, è nei dettagli che si trovano le vere gemme del NAMM Show. È nei sorrisi entusiasti dei musicisti che testano per la prima volta un nuovo strumento. È nelle conversazioni appassionate tra esperti del settore che condividono idee e progetti. Infine, è nella sensazione palpabile di essere parte di una comunità globale unita dalla stessa passione per la musica.

Il Made in Italy al NAMM Show 2024

Abbiamo intervistato diversi italiani in questa edizione, trovate in fondo all’articolo tutte le interviste. Tommaso Galli di Galli Strings, un veterano della fiera. Gianfranco Rizzi di GR Audio, che in pochi anni si è fatto largo tra i giganti, conquistandosi uno spazio di tutto rispetto. Sebo Xotta, chitarrista e persona squisita che dall’alto della sua ventennale esperienza ci ha raccontato le novità di casa Ibanez. Nel mega booth di Lyon & Healy Corporation hanno spiccato i pedali Dophix -che non vediamo l’ora di farvi ascoltare-, che abbiamo conosciuto nella persona di Andrea Pratesi e gli strumenti di Bruno Bacci, imbracciati da grandi artisti come Carl Verheyen, Cory Wong, Mark Lettieri e Matteo Mancuso.

Nella prestigiosa area allestita da Boutique Guitar Showcase ci ha accolti Giulio Negrini, che con le sue GNG Guitars riscuote un successo clamoroso fra i più grandi collezionisti e appassionati del mondo. Abbiamo chiacchierato anche con Francesca Boni di Magrabò, marchio di tracolle Made in Italy che a suon di qualità ed eleganza non smette di stupire.

Non solo musica…

Il NAMM Show però, non è solo un’occasione per scoprire nuovi prodotti e connettersi con i protagonisti dell’industria musicale. È anche un’opportunità per riflettere sul potere trasformativo della musica e sulla sua capacità di ispirare, connettere e trasportare le persone al di là delle barriere linguistiche e culturali. In questo senso, una delle perle della fiera si trovava nel booth Martin dove si aveva la possibilità di ammirare la chitarra di 145 anni distrutta da un ignaro Kurt Russell, durante le riprese di The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Storia, cultura, passione e follia racchiuse in una teca di vetro. Anche questa è la magia del Namm Show!

Nella frenesia della fiera, si avverte un palpabile senso di eccitazione e meraviglia. È come se ogni strumento, ogni innovazione tecnologica, portasse con sé il potenziale per creare qualcosa di nuovo, di straordinario, di indelebile. E mentre il NAMM Show giunge alla sua conclusione, le note e le melodie scambiate tra gli stand continuano a risuonare nell’aria, alimentando la passione e l’entusiasmo di chiunque abbia avuto il privilegio di fare parte di questa straordinaria celebrazione della musica. 

Fender, Gibson, PRS e i grandi assenti al NAMM Show 2024

Vorrei aprire infine una doverosa parentesi sull’assenza di quasi tutti i big: Fender, Gibson, PRS, Taylor…Il vuoto lasciato da questi brand fa molto discutere ed è senza dubbio la vera nota stonata di questo bellissimo NAMM. Ho cercato un confronto a riguardo con le decine di persone con le quali ho parlato durante la fiera. C’è chi dice che le spese (centinaia di migliaia di dollari) per i pantagruelici booth ai quali eravamo abituati non siano più sostenibili o che non garantiscano un ritorno adeguato.

Altri sostengono che lo strapotere dell’ambito virtuale abbia, per così dire, fatto venir meno l’hype che si generava abitualmente intorno al lancio di nuovi prodotti al NAMM… Altri ancora pensano che il lato positivo di queste assenze sia quello di dare maggiore risalto ai piccoli produttori regalando la vetrina perfetta a chi è ancora in cerca del grande salto e ha realmente bisogno di spazio e visibilità.


Inevitabile fare un salto indietro nel tempo e pensare al NAMM del 1950, in cui venne esposta per la prima volta la Esquire con un solo pick up e un manico senza truss rod. Fu proprio grazie ai feedback della fiera che Leo Fender arrivò al design che tutti conosciamo e amiamo. Che ormai i grandi marchi non abbiano più bisogno delle interazioni della fiera? Che siano a corto di idee o peggio di denaro da investire in questo evento? La risposta non è sicuramente una sola, ma ciò che sicuramente ci auguriamo è che le condizioni che hanno portato a queste defezioni vengano presto meno e che il NAMM torni ad essere l’ombelico del mondo musicale dove tutto è possibile!

Arrivederci all’anno prossimo!

Stai visualizzando un contenuto segnaposto da Youtube. Per accedere al contenuto effettivo, clicca sul pulsante sottostante. Si prega di notare che in questo modo si condividono i dati con provider di terze parti.

Ulteriori informazioni
Matteo Bidoglia
Ultime pubblicazioni di Matteo Bidoglia (vedi tutte)