“È uno dei pochi chitarristi che puoi riconoscere dopo pochi secondi, tanto è unico il suo stile”. Così scriveva il Times nel 1973 a proposito del rocker blues Rory Gallagher, che alla fine degli anni Sessanta e negli anni Settanta veniva citato a pari merito con Eric Clapton e Jimi Hendrix. Tuttavia, oggi l’irlandese appartiene alla categoria degli eroi dimenticati. Per lui la musica è sempre stata più importante della fama e ha percorso la sua strada con coerenza e senza compromessi. Una ragione sufficiente per dedicare un workshop a questa icona.

Credits: Ian Dickson/Shutterstock

La biografia di Rory Gallagher

Rory Gallagher nasce il 2 marzo 1948 a Ballyshannon, in Irlanda, e prende in mano la chitarra per la prima volta all’età di nove anni. Ben presto sviluppa un interesse per lo skiffle, il folk e il blues e i suoi idoli sono Lonnie Donegan, Muddy Waters, Lead Belly, Big Bill Broonzy e Woody Guthrie. Nel 1963 si procura una Stratocaster sunburst del ’61, che diventerà poi il suo marchio di fabbrica e di cui parleremo più avanti. Già da adolescente milita nella Fontana Show Band e con questa formazione fa le prime esperienze dal vivo. In seguito, nel 1966 fonda il suo trio rock “Taste”.

Essendo Rory per natura molto indipendente, è sempre più attratto dalla carriera solista e nel 1970 fonda la propria band con il bassista Gerry McAvoy. Con loro si esibisce come trio rock blues classico o come quartetto con organo. Prima della sua morte, Rory ha pubblicato 11 album in studio e diversi live. Ha sempre rifiutato le offerte di artisti famosi come Cream, Rolling Stones e Deep Purple. Il 14 giugno 1995, Rory Gallagher muore a Londra all’età di soli 47 anni in seguito a un trapianto di fegato, reso necessario dall’abuso di alcol.

La strumentazione di Rory Gallagher

Quando si pensa a Rory Gallagher, la prima cosa che viene in mente è la Fender Stratocaster del ’61 reliccata, la cui finitura originale sunburst era a malapena riconoscibile. L’aveva acquistata nel 1963 per la misera cifra di 100 sterline e, secondo alcune voci, era la prima Strato disponibile in Irlanda. La leva del vibrato è stata rimossa e i pickup sono stati sostituiti nel corso degli anni, ad esempio con DiMarzio FS-1. Attualmente, una versione signature di questa chitarra è disponibile presso il Fender Custom Shop. I magneti dei suoi pickup sono, come quelli di Rory, rettificati per una resa leggermente maggiore e un suono più caldo. Durante la sua carriera, è stato visto occasionalmente anche con una Fender Strat del ’57 con tastiera in acero, una Telecaster del ’61, una Esquire Tele e una Duosonic. Anche una Gibson Les Paul, una Melody Maker e molte altre fanno parte del suo portfolio. Per quanto riguarda gli strumenti acustici, Rory ha utilizzato un Martin D-35, un mandolino Martin, uno Stella Harmony e un National Duolian.

Anche la collezione di amplificatori di Rory è piuttosto impressionante. Utilizzava soprattutto Vox AC-30, ma anche Ampeg VT-44, Fender Tweed Twin, Fender Bassman, Fender Concert, combo Magnatone e testate Marshall da 50 watt. Questi ultimi molto meno, essendo più appassionato di combo che di full stack. Gallagher utilizzava gli effetti in modo piuttosto limitato. Tuttavia, utilizzava diversi pedali Boss, un MXR Phase 90 ed era appassionato di effetti tremolo e chorus. Stando alle sue parole, preferiva usare il controllo di tono della chitarra per l’effetto wah-wah. Essenziale per il suono di Rory, ad ogni modo, è l’uso di treble booster come il Dallas Rangemaster.

La leggenda narra che Brian May, da giovane, fosse molto colpito dalla combinazione di questo pedale con il Vox AC30, tanto che questi amplificatori avrebbero presto dato forma al suono dei Queen. In seguito, il Rangemaster fu sostituito da un treble booster Hawk collegato al suo Fender Tweed. Negli ultimi anni ha usato anche un Ibanez Tubescreamer e un Boss OD-1 Overdrive.

Fender AV II 61 STRAT RW WT3TB

Fender AV II 61 STRAT RW WT3TB

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Il workshop su Rory Gallagher

Il modo di suonare di Rory è molto energico e grintoso, caratterizzato da una grande potenza nel suo stile e dal suo tipico “biting attack”. Era anche un fantastico chitarrista da steelstring e slide e stilisticamente molto versatile. Il suo vibrato è di stampo blues e si presenta in forma piuttosto rapida, con deflessioni a volte più strette e altre più ampie.

A questo proposito è possibile notare che Rory lascia la nota per un breve periodo di tempo prima di iniziare a vibrare. Gli armonici pinch e i rake sono parte integrante del suo repertorio, così come i piccoli pattern ripetuti combinati con gli shift, che egli intreccia abilmente nel suo modo di suonare. Oltre alle scale pentatoniche e blues, Rory utilizza anche molte note della scala maggiore, come le none, che conferiscono alle sue linee una certa malinconia. I suoi riff fanno spesso uso di corde a vuoto e sono caratterizzati da influenze sia blues che folky.

“What’s going on” – 1970

Nel 1970, i Taste, la prima band di Rory, pubblicarono “What’s going on” come singolo dal loro secondo album “On the Boards”, che divenne una hit di discreto successo per il trio. Qui troviamo un ottimo lick a corde a vuoto su un power chord di Dm.

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What's going on – Originale
Backing Track

“Cradle Rock” – 1973

Questa canzone si trova nel quarto album solista di Rory, Tattoo. Il titolo è dovuto al fatto che Rory è nato nel cosiddetto “Rock Hospital” di Bellyshannon. A Joe Bonamassa la canzone è piaciuta così tanto che l’ha riproposta nel suo album di debutto. Qui troviamo un classico lick blues rock in E, condito con un po’ di riverbero e un eco slapback.

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Cradle Rock – Originale
Backing Track

“Continental OP” – 1987

“Continental OP” è basata su una serie di racconti polizieschi di Dashiell Hammett, a cui Rory ha dedicato la canzone. La canzone è apparsa sull’album “Defender” del 1987. Il riff è ancora una volta nella classica tradizione del rock blues e si muove nella tonalità di A.

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Continental OP – Originale
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“Edged in Blues” – 1976

“Calling Card”, il miglior album in studio di Rory Gallagher per molti fan, fu pubblicato nel 1976. Le registrazioni iniziarono quell’anno a Monaco di Baviera e l’allora ex bassista dei Deep Purple Roger Glover fu chiamato come produttore.

L’accompagnamento pulito è arricchito dai tipici abbellimenti alla Hendrix ed è suonato in modo molto sensibile e coinvolgente da Rory. Anche l’assolo introduttivo è molto melodico e presenta molte note lunghe e cantabili. Qui è fenomenale il sound di Rory, il suo vibrato e anche il suo modo di suonare sui cambi di accordi.

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Edged in Blues – Originale
Backing Track

“Moonchild” – 1976

Il brano “Moonchild”, anch’esso presente su “Calling Card”, mostra chiaramente il tentativo di strizzare un po’ di più l’occhio all’hard rock contemporaneo, oltre all’influenza bluesy. Non è certo un caso che con un co-produttore come Roger Glover compaia un triplo riff, che sarebbe potuto provenire anche dai Deep Purple o dai Rainbow.

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Moonchild – Originale
Backing Track

“Moonchild” – Solo

Su “Moonchild” Rory esegue un assolo che contiene molti dei suoi ingredienti tipici e che risulta estremamente adatto alla canzone. Qui troviamo pattern ripetuti, licks blues e un’elegante miscela di elementi blues e scala maggiore.

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Moonchild – Solo – Originale
Backing Track

Ottenere il sound di Rory Gallagher

Sicuramente una chitarra con single coil, ad esempio una Strat o simile, vi condurrà molto probabilmente al vostro obiettivo. Per i primi suoni di Gallagher, consiglio la combinazione di Vox e treble booster. È importante ricordare che i treble booster possono spesso suonare molto duri con gli amplificatori moderni. A quei tempi, i pedali venivano spesso suonati nel canale normale (più scuro) e potevano sviluppare il loro effetto in modo ottimale.

Quindi, impostate la vostra simulazione Vox o l’amplificatore reale in modo piuttosto scuro e lasciate che il treble booster faccia il resto. Naturalmente, anche la combinazione con un suono pulito american e un overdrive a medio gain di vostra scelta può dare un ottimo risultato. Fortunatamente, anche alcuni sviluppatori si sono dedicati all’argomento Rory Gallagher. Ad esempio, esistono vari Rangemaster Treble Booster del produttore tedesco BSM o della British Pedal Company. E sia Bareknuckle che Leosounds offrono i single coil più adatti con i pickup Irish Tour. Ecco un suggerimento sonoro con Guitar Rig 6 di Native Instruments.

Suggerimento sonoro – Treble Booster con simulazione Vox in Guitar Rig

Buon divertimento con Rory Gallagher!

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Emanuele Pellegrino