PlanetGuitar incontra Riccardo Buzzurro, chitarrista poliedrico che ha dedicato la sua vita alla chitarra o come racconterà lui, all’arte dell’accompagnamento. Con i suoi oltre 40 anni di esperienza, Buzzurro non è solo un insegnante di chitarra presso una scuola media a indirizzo musicale, ma anche un musicista a tempo pieno -sia online che offline-, e un abile organizzatore di eventi, cosa che gli ha permesso di stringere amicizia con grandi nomi della scena musicale mondiale.

Credits: Vera Terranova

Il lavoro di insegnante è una fonte di grande soddisfazione per Buzzurro. Amando condividere la sua passione, cerca di illuminare gli studenti con dettagli e sfumature che spesso sfuggono a chi è troppo pigro per esplorare. Con un sorriso, condivide il suo approccio all’insegnamento: “Mi piace trasmettere le cose che mi sorprendono per sorprendere gli altri“.

La sua influenza nell’ambito musicale non si ferma solo alla didattica, ma si estende anche all’organizzazione e alla direzione artistica di eventi. Grazie a questo impegno, ha avuto l’opportunità di collaborare con artisti di calibro internazionale, come il chitarrista argentino Andres Laprida (scomparso il 5 giugno 2022 a New York), con il quale ha sviluppato una profonda amicizia. La sua passione per l’arte lo ha portato a essere parte integrante di eventi come la Notte delle chitarre, arricchendo la sua esperienza musicale. Riccardo Buzzurro è anche cugino di Francesco Buzzurro, rinomato chitarrista apprezzato anche all’estero al quale ha insegnato i rudimenti della bossa nova quando si è avvicinato alla chitarra.

L’arte dell’accompagnamento

Per Buzzurro, l’accompagnamento è molto più di una tecnica musicale; è una vera e propria filosofia. L’ha adottata come uno stile di vita, una visione che gli permette di creare un connubio perfetto tra la sua chitarra e gli altri strumenti. Suonandomi un giro di accompagnamento mi racconta: “Accompagnare è come tenere l’onda quando si veleggia“. La sua attenzione al dettaglio e la cura nello scegliere gli accordi riflettono il suo approccio ponderato alla musica.

L’importante non è cosa fai, ma come lo fai” prosegue Buzzurro. “Il linguaggio deve essere giusto, anche nelle cose semplici. Con i social, oggi chiunque pubblica tutto di fretta, ma con la musica ci vuole cura e rispetto“. La filosofia di Buzzurro si riflette dunque anche nella sua visione della musica come linguaggio immediato. Per lui, il pensiero può essere profondo, ma il linguaggio deve arrivare dritto al cuore. Con passione, racconta di come la sua musica abbia raggiunto persino chi, come un contadino, non aveva alcuna esperienza musicale, ma ha percepito il messaggio profondo della sua chitarra: “Di musica non ne capisco perché ho sempre lavorato la terra, però la parola della sua chitarra l’ho capita tutta”.

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Ulteriori informazioni

Influenze e aneddoti: un viaggio tra i maestri

Le influenze musicali di Buzzurro spaziano da George Benson a Paco De Lucia, passando per SRV. La sua carriera è costellata di incontri memorabili con leggende della musica, come Pino Daniele, Steve Vai, Paco de Lucia e Chet Baker. Ognuno di questi incontri ha contribuito a plasmare la sua visione artistica e a ispirarlo nel suo percorso musicale.

In particolare, Buzzurro condivide aneddoti coinvolgenti, come il momento in cui prestò la sua Takamine a Pino Daniele durante una serata in un albergo a Taormina o l’incontro casuale con Steve Vai nella pittoresca cittadina siciliana.

“Faccio queste figuracce spessissimo… Avevo visto i frammenti della guitar battle, quindi non era un personaggio nuovo per me, ma non ero un fan al tempo. Stavo provando nella scalinata centrale di un ristorante che affaccia sulla via principale di Taormina. Vedo questo straniero con giacca di pelle e stivalone, americano fino al midollo; sembrava interessato. Scompare e torna con una signora a sedersi a un tavolo davanti a me che suono. Scoprirò più tardi che era lì perché aveva fatto una masterclass a Messina. A fine serata vado io da lui visto che mi aveva osservato per tutto il concerto e gli chiedo se fosse un musicista. Mi dice di essere un chitarrista, gli offro di suonare la mia chitarra, ma lui mi dice di essere un chitarrista elettrico.” Mi dice: “Conosci Steve Vai? Nice to meet you…”

Riccardo Buzzurro e Pino Daniele- Courtesy of Riccardo Buzzurro

L’amore per l’arte

Riccardo Buzzurro crede che suonare la chitarra sia solo un mezzo per esprimere la sua passione per l’arte. Siamo ormai da tempo al telefono quando incuriosito mi chiede la mia provenienza. Al sapermi campano si illumina: i classici della musica Napoletana fanno parte del suo repertorio da sempre… “Mi sono avvicinato alla chitarra grazie a Edoardo Bennato, ma ho deciso di studiarla seriamente quando ho scoperto il fratello Eugenio Bennato”.

Eugenio Bennato fotografato da Riccardo Buzzurro – Courtesy of Riccardo Buzzurro

Condividendo la sua esperienza con la musica napoletana, Buzzurro rimarca il suo desiderio di rendere naturale e immediato ogni pezzo eseguito. Guarda al futuro con umiltà, sperando di continuare a ispirare gli altri e di trasmettere la bellezza dell’arte attraverso la sua musica. La sua arte dell’accompagnamento è un invito a rallentare, a ascoltare e a riflettere, un richiamo alla bellezza intrinseca della musica che, attraverso le sue mani e la sua anima, prende vita e parla al mondo.

Emanuele Pellegrino