In occasione della presentazione della sua nuova Suhr Modern T Signature, è approdato in Italia Andy Wood, chitarrista originario del Tennesse, rinomato in ambito internazionale per il suo stile virtuoso e polimorfo. Ha pubblicato tre album come solista, suonato con artisti come Sebastian Bach degli Skid Row e Scott Stapp dei Creed e realizzato corsi per Truefire e altre importanti piattaforme di didattica on line. Grazie alla disponibilità di Andrea Brusadelli di Backline Italia, responsabile del tour di Andy, siamo riusciti ad incontrarlo presso il negozio Begnis di Bergamo.
Planet Guitar: Andy sappiamo che le tue radici musicali affondano nel bluegrass e nella musica country. Sei partito da lì e hai perfezionato una tecnica invidiabile anche sulla chitarra elettrica. Vorresti parlarci di come ti piace mescolare questi mondi e farci ascoltare qualche esempio del tuo stile?
Andy Wood: Sono cresciuto suonando tantissimo bluegrass e country con mio nonno. Ho imparato molto passando del tempo con lui a suonare canzoni nel portico di fronte a casa. Suonavo il mandolino e quando sono passato alla chitarra elettrica cercavo delle linee simili rimanendo bene o male sulle stesse altezze nella tastiera. Nel bluegrass ci sono molti accordi di settima di dominante, con molti licks che sfruttano le corde a vuoto e che girano su questi accordi. I miei modelli quando ero ragazzino erano musicisti che suonavano banjo e dobro.
Adoravo lo stile di Béla Fleck, un grande suonatore di banjo e ho cercato di portare i suoi “roll” sulla chitarra. Una nota per corda, sulle prime quattro corde sfruttando gli unisoni che le corde a vuoto possono offrire. Ho sentito fare queste cose in quel periodo da Steve Morse in Tumeni Notes. Ho suonato tantissimo quel brano! C’è una canzone del mio secondo disco intitolata For the Queen dove si possono ascoltare tutti questi elementi che ho interiorizzato e ho cercato di rendere miei.
Un altro artista molto importante nella mia maturazione artistica è stato senza dubbio Brent Mason; lui suona con il thumbpick alternato con le unghie delle altre dita. Imitarlo mi ha portato a creare linee simili sulla chitarra elettrica. Ascoltando il mio brano Junktown potete notare questo tipo di playing. Ovviamente non disdegno la plettrata alternata sulla corda singola, che crea un diversivo e contribuisce ad arricchire il mio modo di suonare.
Planet Guitar: Hai tra le mani una chitarra davvero favolosa! Che cosa ami in particolare di questa chitarra e del marchio Suhr in generale?
A.W.: Mentre stavo cercando di costruire il mio stile i miei genitori mi regalarono, ovviamente, una Fender Telecaster. Era blu con il battipenna bianco! Pur riconoscendo la magia della creazione di Leo Fender mi sono reso conto di cose che non andavano bene per me. Ad esempio, amando suonare sulla parte alta della tastiera, sentivo una certa scomodità nella zona dell’attacco del manico al corpo della chitarra. Era come se la chitarra mi spingesse verso la parte bassa della tastiera, impedendomi di esprimermi completamente sul registro alto! Così ho iniziato a pensare alle cose che avrei voluto cambiare.
Suhr Andy Wood Modern T WHB
Suhr Andy Wood Modern T HH WHB
Quando mi capitò per la prima volta di lavorare con John Suhr notai nelle sue chitarre tante cose che desideravo in una chitarra e che potevano agevolare il mio playing. Iniziammo a collaborare e John fu felice di poter costruire uno strumento a mia immagine e somiglianza. Il prototipo è stato molto azzeccato, ma mancava qualcosa… Suggerii allora di modellare il back nello stile della modern Suhr, delineando di fatto la mia signature. Non stavo cercando di vendere chitarre, ma semplicemente di risolvere delle criticità; amo la versatilità e la mia chitarra doveva darmi modo di cambiare suoni in corsa, durante le performance. Passare da un suono Les Paul ad uno Stratocaster in un secondo. Scegliemmo degli humbuckers, chiamati poi Woodbucker, che offrono una versatilità pazzesca. So bene che il tono non riproduce al 100% le sonorità di chitarre differenti, ma mi da la libertà di suonare un brano scegliendo in tempo reale la timbrica che desidero. Ho la possibilità di passare dal jazz a Jimi Hendrix utilizzando anche solo un pedale e un ampli!
Per farla breve… Vi consiglio di comprare un sacco di queste! [mostra la chitarra e ride]
Suhr Andy Wood Modern T HH WBK
Suhr Andy Wood Modern T WBK
Planet Guitar: Sappiamo che sei un grande fan di Eric Johnson! Quanto è importante, secondo te, “copiare” lo stile dei propri heroes per ampliare il proprio modo di suonare? Ti andrebbe di dare qualche consiglio pratico ai nostri lettori su come studiare un assolo tecnicamente impegnativo?
A.W.: Non posso nascondere che mi piacciono chitarristi molto tecnici come Eric Johnson, Steve Morse, George Benson, Brent Mason e molti altri che fanno della tecnica un loro modo di esprimersi. Sono cresciuto studiando la tecnica non per impressionare le persone ma per avere la libertà di esprimermi. Come vi dicevo poco fa, da piccolo volevo suonare Bluegrass che è un genere musicale che richiede molta tecnica; ho sempre approfondito lo studio per poter suonare musica, mai per allenamento!
Quando studiate qualcosa di tecnico dovete distinguere la pratica dalla performance. La pratica vi serve per imparare la parte e quindi suonerete lentamente, ma quando avete capito come eseguirla dovete cercare di suonarla alla velocità corretta. La velocità influenza molto il modo in cui ad esempio tenete il plettro. Se sono rilassato otterrò un suono morbido e controllato, mentre se stringo avrò più attacco, ma meno controllo fra le corde. Sperimentare diversi modi non vi farà trovare una soluzione, ma capire quali sono le abitudini sbagliate da sistemare.
Suonare veloci è una questione di rilassamento ed esercizio mentale, altrimenti non si potrebbe suonare il bluegrass per ore senza stancarsi!
Per chiudere, il consiglio tecnico che mi sento di darvi è quello di imparare lentamente, esercitarsi lentamente e in seguito alzare la velocità e trovare il giusto feeling nelle mani e nelle braccia.
Planet Guitar saluta Andy ringraziandolo per il suo tempo ed i suoi preziosi consigli. “Grazie a voi ragazzi, grazie per l’intervista”.
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