La tentazione di scrivere una seconda puntata de “10 cover inaspettate e sorprendenti che stravolgono la versione originale era tanta, visto il nutrito gruppo di “canzoni stravolte” lasciate fuori dalla prima. E così, notando la straordinaria “qualità senza tempo” dei brani analizzati, abbiamo pensato che un sequel fosse doveroso. Ecco a Voi altri 10 esempi di riletture sorprendenti: canzoni sviscerate e ricostruite che parlano di amore, disperazione, devozione, malinconia, allegria e dannazione, in un’altalena di emozioni, commovente colonna sonora della nostra vita. Tra melodie completamente accelerate o rallentate, incroci tra generi musicali inaspettati e ritornelli resi irriconoscibili, troverete sicuramente la vostra traccia preferita, a conferma di quanto la musica possa abbattere ogni barriera. 

©  RGR Collection / Alamy Stock Photo

Hurt – Johnny Cash, 2002

La struggente interpretazione, da parte di The Man In Black, di un brano intimo e malinconico

Questi sono i miracoli della musica. Riuscire a dare un nuovo vestito acustico alle sonorità industrial dei Nine Inch Nails, mantenendo la stessa intensità e disperazione.

Curiosità

Hurt fa parte del quarto album del progetto American Recordings:è un disco fatto principalmente di cover rilette in modo unico da Johnny Cash. Da ricordare anche Personal Jesus e Desperado, entrambe accomunate da un profondo senso di mestizia e nostalgia, che apre l’anima dell’ascoltatore a un fiume di lacrime di vera commozione.

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Lovesong – A.A. Williams, 2020

Uno dei pezzi più famosi dei Cure diventa una cupa litania solo piano e voce di grande profondità

A.A. Williams inizia a studiare pianoforte all’età di sei anni. Durante la crescita associa l’amore per la musica classica al divertimento nell’ascoltare il pop mainstream, fino a spingersi al post punk, alla new wave, all’heavy metal e ai loro sottogeneri. Una genialità a 360 gradi, magicamente riversata nelle note fluide e dolenti di Lovesong.

Curiosità

In Songs from Isolation (2021) l’artista londinese raccoglie alcune rivisitazioni davvero inaspettate, da Creep dei Radiohead a Nights in White Satin dei Moody Blues. E proprio i Cure, la cui Lovesong abbiamo vistoda lei completamente trasformata in qualcosa di nuovo, si sono cimentati in una rilettura di Purple Haze altrettanto rivoluzionaria. Corsi e ricorsi storici della storia delle sette note…Ascoltare per credere!

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Stayin’ Alive – Bruce Springsteen, Live in Brisbane, 2014

Il Boss atterra in Australia e sceglie non a caso Brisbane, la città in cui sono formati i Bee Gees, per eseguire una loro cover travolgente e stralunata

Solo guardando e ascoltando si può credere a quanto avvenuto. La disco dance dei Bee Gees si trasforma in una specie di danza tribale ove tutto è concesso, da un esercito di violini al wah wah di Tom Morello in stile Papa was a Rolling Stone, senza dimenticare la foga e l’energia dei fiati. Una vera perla.

Curiosità

Negli anni Bruce Springsteen ha affermato sempre più le sue qualità di storyteller e songwriter, ma ha pure disseminato di cover e citazioni le scalette dei suoi concerti torrenziali. Anche l’ultimo album, Only the Strong Survive, raccolta di rivisitazioni di classici soul, riflette questa sua inclinazione e pare che a breve esca il sequel.

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Layla – Third World, 1995

La storica band giamaicana confeziona una cover inaspettata

Il reggae tuttora rappresenta un’importante parte della vita di Eric Clapton, che dalla celebre rilettura di I Shot the Sheriff del 1974 non si è mai fermato. L’incondizionato amore per questo genere lo ha condotto a pubblicare una decina d’anni fa Old Sock, in cui fanno capolino un paio di pregiate reinterpretazioni di classici di Peter Tosh. Tuttavia è ancora più considerevole l’arrangiamento reggae del singolo autografo di successo My Father’s Eyes(1998) e quello live del suo pezzo strappalacrime Tears in Heaven. Chissà, probabilmente l’utilizzo di queste ritmiche aiuta a calmare il dolore, l’atroce sofferenza presente nella musica e nel testo di tali pezzi, dedicati al figlio scomparso. Devono aver pensato la stessa cosa i Third World che, stavolta per ammansire le pene d’amore, hanno trasformato Layla, la canzone rock per antonomasia, dedicata a una donna all’apparenza irraggiungibile, in una ballata allegrotta.

Curiosità

I Third World mischiano il reggae al funk, al soul e all’r&b. Ottengono il primo successo nel 1978 sempre con una cover, Now That We Found Love, pubblicata originariamente cinque anni prima dagli O’Jays.

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Statesboro Blues – Allman Brothes Band, Live at Fillmore East, 1971

Quando c’è Duane Allman si respira sempre qualcosa di nuovo

La storia del blues non sarebbe come la conosciamo adesso senza questo capolavoro di Blind Willie McTell ripreso e “ribaltato” in maniera leggendaria dall’Allman Brothers Band.

Curiosità

Un’altra versione importante e ispiratrice per le magie di Duane Allman è quella di Taj Mahal del 1968, per il suo album di debutto: alla slide un enorme Jesse Ed Davis.

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Moonlight Serenade – Deodato, 1974

Esattamente trentacinque anni prima Glenn Miller pubblica questo evergreen, rivoltato come un calzino dall’estro del compositore brasiliano

Quando il Maestro del Jazz Glenn Miller elabora questo brano, caposaldo dell’era swing a stelle e strisce, mai avrebbe pensato a una roboante versione funk da parte di uno dei più grandi pianisti, produttori e arrangiatori brasiliani, icona nei seventies della commistione tra pop, bossa nova e fusion.

Curiosità

Eumir Deodato è famoso per le sue capacità di scrittura di nuovi brani e per la sua innata abilità nel trasformare motivi già noti in nuove, rivoluzionarie rivisitazioni, come la sua rendition di Also Sprach Zarathustra (2001) del grande Richard Strauss.

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La compagnia – Vasco Rossi, 2007

La versione intima, lenta, quasi timida, dell’immenso Lucio Battisti si trasforma in un’intensa ballata del rocker emiliano 

Si può dire cover di una cover? La toccante rilettura di un brano ricordato per l’interpretazione nostalgica di Lucio Battisti, legato a esso per gli autori, Mogol e Donida Labati, raggiunge nuove frontiere grazie alla malinconia evocata in canto e arrangiamento da Vasco Rossi, il re del rock italiano.

Curiosità

Ad accompagnare Vasco vi sono nomi storici della storia della musica, dai chitarristi Michael Landau e Stef Burns al leggendario batterista Vinnie Colaiuta.

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The House of the Rising Sun – Nina Simone, 1967

Niente è impossibile per la cantante, scrittrice, pianista e attivista per i diritti civili statunitense

Nina Simone è sempre stata un fiume in piena. Amante del blues, jazz e del gospel e di tutte le possibili contaminazioni, presenta questo traditional folk nel suo repertorio dal 1962. Ma è questa versione di cinque anni dopo a scavare un tunnel nel cuore dei suoi fan: completamente strapazzata e plasmata a suo modo d’essere, The House of the Rising Sunvive una nuova vita dopo la storica riproposizione degli Animals.

Curiosità

E pensare che questo brano pare abbia origini antiche, e sia arrivato dal Seicento ai giorni nostri con continui aggiornamenti di testo, cambi di arrangiamento fino a differenti esecutori, dall’Inghilterra all’America. Potere della musica senza tempo e confini!

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Hey Joe – Willy Deville Live at the Bottom Line, NYC, 1993

Chi se l’aspettava una coinvolgente versione mariachi tra violini e ottoni di un classico di Billy Roberts reso celebre da Jimi Hendrix?

Nessuno ha saputo dipingere la musica con così tanti sentimenti contrapposticome l’indimenticabile Willy DeVille, anima ribelle amata profondamente anche da un personaggio del calibro di Mark Knopfler, artista schivo tuttavia profondamente legato a uomini geniali. Gioia e dolore, tormento e sentimento hanno disegnato traiettorie irraggiungibili nell’universo dello statunitense di discendenza basca e irlandese, con la nonna materna irochese. Tale multietnicità affiora nella sua meravigliosa versione di Hey Joe, davvero un classico intramontabile reso speciale da questa insolita riscrittura.

Curiosità

Willy Deville Live (1993) contiene anche un rifacimento dell’evergreen Stand by Me di Ben E. King da urlo, a dimostrazione dell’ecletticità del istrionico songwriter americano.

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Last Kiss – Pearl Jam, 1999

Un brano del 1961 dell’estroverso Wayne Cochran si spoglia dell’arrangiamento pop originale per rivestirsi in chiave grunge

La leggenda narra che Eddie Vedder trovi un vinile di Last Kiss in un negozio di antiquariato a Seattle e convinca il resto del gruppo a suonarla e infine a registrarla. Comunque siano andate le cose la canzone rimane una fra le interpretazioni vocali memorabili del frontman dei Pearl Jam. Spoglia e morigerata, dal mood molto più triste dell’originale, la Last Kiss “vedderiana” presenta un canto sofferto, perfetto evocatore della tragedia raccontata nel testo. Una voce e una performance minimali, su un ritmo di batteria diretto, che tuttavia toccano profondamente le corde dell’anima.

Curiosità

Alcuni critici e fan hanno parlato di un ritorno alle origini dei Pearl Jam per le sonorità e il basso profilo scelti dalla band nell’incisione del pezzo. Certamente è uno dei loro singoli di maggior successo e il destino ha voluto che tutto accadesse per un insieme di particolari coincidenze.

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Extra#1: Human Nature – Miles Davis, 1985

Un classico di Michael Jackson diventa un raffinato strumentale con le improvvisazioni alla tromba del grande, magico, Miles

La genialità di Miles Davis risale anche nel suo essersi sempre messo in discussione. Il celebre trombettista non è mai tornato indietro su un sentiero già percorso, si è sempre mosso in avanti con l’orecchio ben teso alla musica popolare contemporanea, al fine di trovare la giusta ispirazione. La dimostrazione è questa straordinaria Human Nature, dalle sfumature fusion jazz/funk, trasformata in qualcosa di suo, unico e speciale. 

Curiosità

Scritta da Steve Porcaro dei Toto e resa famosa da Michael Jackson, Human Nature nella versione di Davis si avvale degli incastri strumentali di musicisti di caratura internazionale, dal chitarrista John Scofield al bassista Darryl Jones.

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Extra#2: L’Amour Toujours – Sagi Rei, 2005

Solo voce, chitarra e una spolverata d’archi rivoluzionano un brano nato per scatenarsi in discoteca

Ci risulta davvero difficile staccarci dalla seconda puntata de “Le 10 canzoni stravolte”. Così abbiamo pensato a un lungo finale, con due extra particolari. Il primo con la magia di un personaggio fra i più importanti per la musica del XX secolo, il secondo con un artista che ha avuto l’intuizione di donare melodia e atmosfera romantica a pezzi studiati per ballare scatenati. Sagi Rei nel 2005 riarrangia alcuni grandi successi dance degli anni Novanta: L’Amour Toujours (I’ll Fly With You) è l’episodio più affascinante.

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Alessandro Vailati