Quando pochi mesi fa siamo stati al concerto dei Def Leppard, siamo rimasti letteralmente folgorati dalla performance di Rick Allen. Oggi su Planet Guitar, vorremmo condividere con voi alcune storie che ci hanno ispirato. Storie di individui forti e coraggiosi come Rick, che non si sono lasciati abbattere dalle difficoltà, ma hanno proseguito con determinazione lungo il percorso della loro carriera, guidati dalla passione e dalla resilienza.
Come trasformare gli ostacoli in opportunità
Le storie di oggi dimostrano ancora una volta che la musica è una forma d’arte accessibile a chiunque, comprese le persone affette da disabilità che potrebbero rendere arduo il processo di apprendimento di uno strumento. Tali disabilità possono manifestarsi attraverso cecità, sordità, paralisi, distrofia muscolare o addirittura la mancanza di un arto.
Nonostante tali sfide, numerosi musicisti di successo hanno proseguito le proprie carriere con straordinaria brillantezza, affermandosi addirittura tra i più grandi artisti del panorama musicale. La peculiarità di questi musicisti, nella stragrande maggioranza dei casi, è stata trasformare le proprie disabilità in un punto di forza, sfruttandole come motore per perseguire e alimentare la loro passione per la musica piuttosto che come un ostacolo.
Artisti con disabilità, storie di passione e determinazione
Avremmo potuto citarne davvero tantissimi, ma abbiamo voluto scegliere 5 esempi di musicisti provenienti da ambienti e generi diversi, con handicap diversi per raccontarvi brevemente come siano riusciti, nonostante tutto, ad eccellere nel mondo della musica.
Ray Charles
Uno dei musicisti più famosi e influenti di tutti i tempi, ha perso la vista all’età di 7 anni a causa di un glaucoma. Tuttavia, questo non gli ha impedito di diventare un pianista e cantante di straordinario talento. Ray ha rivoluzionato la musica soul, combinando elementi di blues, gospel e jazz. Ha vinto 18 Grammy Awards e ha venduto oltre 100 milioni di dischi in tutto il mondo.
In questo video possiamo vederlo suonare una delle sue hit più classiche; la sua passione è travolgente. Vorremmo che sia Ray Charles stesso a raccontarvi della sua cecità:
Stevie Wonder
Non vedente dalla nascita a causa di una retinopatia legata al parto prematuro di sua madre. Dimostra un notevole talento musicale sin dalla più tenera età,
si avvicina alla musica a soli 3 anni e impara a suonare il piano e altri strumenti a 4 anni. Ha inciso il suo primo album a soli 11 anni. Nella sua carriera ha accumulato 25 Grammy Awards e venduto 100 Milioni di dischi in tutto il mondo.
Oggi, Stevie Wonder è acclamato come uno degli artisti più influenti nella storia della black music, avendo contribuito in modo significativo all’evoluzione del soul e del rhythm and blues; nel 1989 è stato inserito nella Rock’n’roll Hall of Fame.
Stevie ha fatto un discorso molto toccante prima di un suo concerto ad Hyde Park a Londra nel 2016, per supportare il Black Lives Matter, parlando della sua cecità come di un dono. Queste le sue parole:
“Prima di iniziare il concerto voglio dirvi un paio di semplici cose. In questo periodo difficile, voglio dirvi che vi amo tutti. E vi amo perché ho avuto la fortuna di nascere cieco; è stato un dono pensato perché io potessi mostrare a quanti tra voi hanno tutto la fortuna che hanno. Ogni giorno è un giorno in cui rendere grazie a Dio e sfruttare il talento musicale di cui mi ha donato come mezzo per incoraggiarvi ad andare avanti”.
In questo video possiamo vederlo suonare live la sua famosa Master Blaster Jammin’. Di seguito invece, Stevie parla della sua infanzia e di come sia cresciuto con la sua cecità:
Rick Allen
Il batterista dei Def Leppard, ha perso il braccio sinistro in un incidente d’auto nel 1984. Questo, tuttavia non gli ha impedito di continuare a suonare la batteria. Allen ha sviluppato un modo tutto suo di suonare che gli permette di suonare la batteria con un solo braccio. È tornato a suonare con i Def Leppard e ha contribuito a registrare alcuni dei loro album di maggior successo, tra cui Hysteria che ha venduto 20 milioni di copie, ed è considerato uno dei grandi batteristi della storia del rock.
Noi della redazione di Planet Guitar lo abbiamo visto in tour quest’anno con i Def Leppard. Siamo rimasti colpiti non solo dal suo talento, ma anche dal suo carisma e dal suo sorriso, che trasmettono la sua gioia di suonare e il suo impegno nel dare il massimo per il pubblico.
Se non ci credete, giudicate voi questo suo incredibile assolo al Rock in Rio 2017.
In questa intervista, invece, Allen spiega come ha trasformato il suo handicap in un’opportunità.
Tony Iommi
lo storico chitarrista dei Black Sabbath, dopo un incidente in una fabbrica di lamiere a 17 anni, perse le falangi superiori del dito medio e dell’anulare della mano destra. Inizialmente decise di smettere di suonare, ma l’ispirazione di Django Reinhardt, chitarrista jazz che aveva subito un infortunio simile, lo spinse a continuare. Iommi creò così delle protesi fai-da-te da apporre sulle dita delle mani.
Le protesi, tuttavia, gli rendevano difficile eseguire i bending. Per ovviare a questo problema, Iommi decise di accordare la sua chitarra un semitono sotto, in modo da rendere le corde meno tese e più facili da maneggiare. Questa scelta, inizialmente dettata dalla necessità, si rivelò inaspettatamente vantaggiosa: questa accordatura più bassa conferiva alla sua chitarra un suono più cupo e potente, ed è qui che nasce il sound caratteristico dei Black Sabbath.
In questo video possiamo vederlo suonare la famosissima Paranoid a cui abbiamo dedicato un workshop dedicato della nostra serie “I migliori riff”.
Anche Tony non ha mai fatto segreto della propria storia. Nel video seguente parla della storia del suo incidente e di come suoni con delle protesi alle dita:
Django Reinhardt
Uno dei più grandi chitarristi Jazz della storia, da bambino iniziò a suonare il Banjo. A soli 18 anni rimase coinvolto in un incendio riportando gravi ustioni alla mano sinistra, le cui complicanze portarono a una contrazione dei tendini dell’anulare e del mignolo, impedendogli di muovere e aprire le dita. Questo incidente mutò radicalmente la vita di Reinhardt e la storia stessa della chitarra jazz. La menomazione alla mano sinistra costrinse Reinhardt ad abbandonare il banjo, ma non volendo abbandonare la musica iniziò a suonare la chitarra, che era più leggera e maneggevole. Nonostante le dita atrofizzate, o forse proprio grazie a queste, sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto particolare usando solo indice e medio. La sua determinazione e creatività gli permisero di vincere la menomazione, trasformandola in un tratto distintivo della sua arte.
In questo video possiamo apprezzare la sua particolare tecnica chitarristica:
Speriamo che le storie di questi carismatici musicisti siano una fonte di ispirazione per tutti coloro che lottano per realizzare i propri sogni nonostante le avversità. Sono un esempio di come la passione, la determinazione e l’ingegno possano superare qualsiasi ostacolo portando ai vertici di un ambito senza alcun compromesso.
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