Eccellente chitarrista e compositore, Joe Walsh ha vissuto (e vive tuttora!) una carriera straordinaria. Classe 1947, l’artista nato a Wichita ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del rock, prima nei James Gang, seminale gruppo di hard rock blues, poi come solista e insieme a una delle band più famose al mondo, gli Eagles. Intensa anche la sua attività di session man, con collaborazioni sorprendenti, ove si ascolta la grande classe del suo tocco inconfondibile. Un artista a tutto tondo, la cui naturale predisposizione a stare su un palco ha reso leggendarie alcune sue performance. Pioniere del talk box, fra le sue amate sei corde annovera la Gibson Les Paul e le Fender Stratocaster e Telecaster. Non poteva mancare, quindi, per la serie Le Dieci Canzoni di Planet Guitar, un piacevole e stupefacente viaggio nel suo mondo musicale meno conosciuto, ma altrettanto affascinante.

© Shutterstock / Kevin Estrada

My Valentine di Paul McCartney, Live from Capitol Studios, Hollywood, 2012

Un inaspettato e impeccabile Joe Walsh alla chitarra acustica, ci delizia in uno dei brani più struggenti scritti dall’ex beatle durante la carriera solista 

Sorpresa! Paul McCartney decide di eseguire live le canzoni dell’allora recente album di cover Kisses on the Bottom, e assolda l’imperturbabile Joe Walsh per suonare in una delle due tracce originali della raccolta. Il risultato è emozionante, di rara intensità.

Curiosità

Walsh si esibisce anche nella rivisitazione di un classico di Charles Brown, Get Yourself Another Fool. L’ex James Gang performa dal vivo proprio i due pezzi che nel disco in studio vedono la partecipazione di Eric Clapton: da grande chitarrista a grande chitarrista…

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Impulsive di Wilson Phillips, 1990

Un’innocua canzoncina pop infuocata da una slide tormentata

Album omonimo di debutto e di grande successo per le due sorelle Carnie e Wendy Wilson, figlie del mitico Brian Wilson, e l’altra componente del gruppo Chynna Phillips, i cui genitori sono John e Michelle Phillips dei Mamas & Papas. Il buon Joe contribuisce con la chitarra ritmica e un solo di slide che tocca il cuore. Anche l’opener Hold On e la rilettura di A Reason to Believe di Tim Hardin vedono “the clown prince of rock” alla sei corde.

Duesenberg Alliance Series Joe Walsh GB

Duesenberg Alliance Series Joe Walsh GB

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(3)

Curiosità

Esattamente dieci anni prima Walsh mette lo zampino con la sua slide anche in Keepin’ the Summer Alive dei Beach Boys. Il chitarrista degli Eagles ha sempre avuto in Brian Wilson un riferimento musicale d’eccezione.

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Hummingbird di B.B. King, 1970

Gospel, blues e rock and roll si intrecciano in una ballata senza tempo

Vi è anche la presenza di Joe in questo capolavoro scritto da Leon Russell e interpretato oltre che suonato magistralmente dal Re del Blues per antonomasia, B.B. King. Indianola Mississippi Seeds rimane uno dei suoi lavori più intriganti, dove rock e blues si mescolano illuminati dal suono unico dell’amata Lucille.

Curiosità

Il Nostro suona anche in Ask me No Questions e King’s Special, sempre alla chitarra ritmica. Da ricordare inoltre la sua collaborazione con B.B. in L.A. Midnight (1972). Pure in tal caso è ospite speciale in tre canzoni, insieme al mai troppo compianto Jesse Ed Davis, uno dei più sottovalutati chitarristi slide del secolo scorso. Davis ha ispirato nientepopodimeno cheDuane Allman con le sue svisate in Statesboro Blues, nel disco d’esordio di Taj Mahal

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Wandering Stranger di Lionel Richie, 1982

Un “solo” da brividi in un brano languido e malinconico

La coppia che non t’aspetti fa decollare una struggente ballata pop rock per il debutto solista dell’ex Commodores.

Curiosità

Ai cori di Wandering Stranger figura Richard Marx, con cui Walsh avrà piacevolmente a che fare nel suo album omonimo del 1987, offrendo una ficcante bottleneck guitar in Don’t Mean Nothing.

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Walk Away Renee di Herbs, 1989

Una partnership insolita con una band reggae neozelandese

Il musicista di Wichita produce, canta e disegna trame con la sua Gibson Les Paul in tutto Homegrown, quinta fatica di Dilworth Karaka e compagni.

Curiosità

Walk Away Renee è un interessante rock ballad dei Left Banke, gruppo statunitense di pop barocco che raggiunge il picco di celebrità dopo la metà anni Sessanta. La canzone viene ripresa nel ’67 anche dai Four Tops, ottenendo un notevole successo.

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Stranger di Edgar Winter, 2022

Amici dall’epoca della James Gang, finalmente Edgar e Joe hanno l’occasione per unire le proprie forze in nome del grande Johnny Winter 

Nel disco tributo a Johnny, Edgar Winter decide di eseguire questa canzone composta dal fratello così diversa rispetto al suo repertorio canonico, e la scelta su chi avere come partner ricade su tre personaggi senza bisogno di presentazioni: Michael McDonald, Ringo Starr e Joe Walsh. Ecco un’altra occasione per quest’ultimo di intrecciarsi con lo storico batterista dei Beatles, amico e cognato. Gli assoli e fraseggi di chitarra sono tutto cuore ed emozione. Il solito, commovente, classico Joe!

Curiosità

Johnny B. Goodeè l’altra traccia in cui Walsh figura come ospite, ma, stranamente, a occuparsi delle chitarre è solo David Grissom, mentre lui si concentra nel canto e nelle armonie vocali in compagnia di Edgar.

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L.A. Nights di Emerson, Lake & Palmer, 1977

Un pezzo fenomenale, reso feroce da slide e scat vocals di Joe 

A dimostrazione della duttilità musicale del Nostro, eccolo immerso in un brano torrido degli alfieri del progressive rock. Tutto L.A. Nights è un capolavoro, tra basso e chitarra rutilanti e tastiere tenebrose, ma, a partire precisamente dal minuto 2:00, il buon Joe si scatena e non ce n’è più per nessuno. 

Curiosità

Keith Emerson e Joe Walsh si incrociano ancora tra il ’90 e il ’94. Fanno parte entrambi del supergruppo The Best (John Entwistle, Simon Phillips, Jeff “Skunk” Baxter e Zak Starkey sono anch’essi della partita) di cui si ricorda un epico tour in Giappone finalmente pubblicato nel 2010 su DVD.

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Thunder Island di Jay Ferguson, 1977

Il soft rock di Ferguson viene impreziosito dal pioniere del talk box 

Jay Ferguson, conosciuto per le collaborazioni con band del calibro di Spirit e Jo Jo Gunne, vive il suo momento di gloria personale con questo singolo, aiutato da uno special guest subito riconoscibile per la sua Gibson infuocata.

Curiosità

Thunder Island riesce a superare le barriere del tempo e viene riproposta nella colonna sonora dei film Miracle (2004) e Anchorman 2: The Legend Continues (2013).

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Something con Celine Dion, live at Wiltern Theatre, Los Angeles, 2008

Una toccante versione, citando Frank Sinatra, della “più grande canzone d’amore mai scritta”

Chi avrebbe mai pensato a un’accoppiata del genere? Il duetto Celine Dion/Joe Walsh si materializza durante lo show televisivo Celine Dion: That’s Just The Woman in Me, davanti a un’Olivia Harrison visibilmente commossa.

Curiosità

L’autore di Rocky Mountain Way riproporrà Something sei anni dopo, con Jeff Lynne e Dhani Harrison, sempre a Los Angeles, al Convention Center, durante la celebrazione del 50° anniversario della prima esibizione dei Beatles all’Ed Sullivan Show. 

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Somebody Like You, con Daryl Hall, live from Daryl’s House, 2012

Il Principe del blue-eyed soul ospita il chitarrista degli Eagles durante uno dei suoi storici episodi live trasmessi direttamente da casa sua

Live from Daryl’s House è una serie musicale online che ha debuttato nell’autunno del 2007. Lo spettacolo presenta il cantautore Daryl Hall che si esibisce con la sua band e vari artisti ospiti nella sua casa di Millerton, New York. Inutile aggiungere quanto la puntata con Walsh si riveli frizzante e sorprendente. La resa di Somebody Like You ne è la perfetta dimostrazione.

Curiosità

Daryl Hall, celebre per il sodalizio con John Oates, realizza nel 1986 un album solista, Three Hearts in the Happy Ending Machine, ottenendo un discreto successo, comunque lontano dalle vette raggiunte in duo. Tuttavia la canzone Somebody Like You, presente nella tracklist di quel lavoro, è un vero gioiellino e riemerge prepotentemente rivitalizzata grazie all’episodio dal vivo con il mitico Joe.

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Extra: Split Decision di Steve Winwood, 1986

Una delle gemme del pluripremiato Back in the High Life

Split Decision, composta dal duo Steve Winwood/Joe Walsh, è un pezzo epocale, ancora freschissimo a livello di sonorità quasi quarant’anni dopo la sua pubblicazione. Si toccano vertici alti fin dal potente riff iniziale, a cui si somma il successivo gaudio di potersi trastullare grazie a “soli” formidabili, rispettivamente di synth e chitarra, rilasciati con grande generosità da ciascuno degli autori.

Curiosità

Il 20 ottobre ’86, Winwood la ripropone live a Los Angeles e per l’occasione non può esimersi dall’invitare sul palco il suo amico Joe, per una versione infuocata di uno dei brani, presenti nella discografia dell’ex Traffic, preferiti da Eric Clapton in assoluto, anche per la partecipazione di Walsh. 

E proprio Steve Winwood, pregiato organista, sottovalutato chitarrista e formidabile cantante, soprannominato il Ray Charles bianco, ben si addice alla prossima puntata della serie Le Dieci Canzoni.

Stay Tuned!

To be continued…

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Alessandro Vailati